mercoledì 1 febbraio 2023

Di solito ricomincio dal pane


Se c'e' una cosa che so fare bene, e' ricominciare.
Non mi riesce di concludere molto, ma se quel poco va in frantumi riesco quasi sempre a rimettere insieme i cocci e ripartire.

Quasi sempre.

Il "quasi" mi spaventa un po', mi ricorda i miei limiti, la facilita' con la quale lo scenario puo' cambiare, la necessita' di dovermi confrontare con la solitudine.
In solitudine (non sempre fisica, molto piu' spesso emotiva) sono riuscita a imparare molto piu' di quanto mi aspettassi, soprattutto sul mio modo di stare al mondo.

Preparare il pane e' il mio modo di dimostrare a me stessa che sono in grado di far crescere qualcosa di buono e nutriente, qualcosa che nasce e si sviluppa esclusivamente grazie alle mie cure, alle mie attenzioni, alla scelta giusta dei tempi, e che si dona al mondo in modo naturale, senza sforzi o particolari intenzioni.

Preparare il pane mi rimette al mondo, e sono sicura che succede a molte altre persone oltre a me, per questo mi fa sentire meno isolata, in un momento storico in cui l'isolamento e' stato un modo per sopravvivere.

Questa e' una ricetta collaudata che appartiene ad Anna e Ornella, e che io replico con religiosa precisione ogni volta che voglio fare il pane, la focaccia o la pizza.
Le dosi sono cosi' precise che non ho mai dovuto aggiungere o ridurre gli ingredienti, il procedimento e' semplicissimo.

Ci sarebbe da scrivere molto su come partire con il lievito naturale, ma io mi sono convinta che sia un processo quasi misterioso che dipende da un milione di fattori.
Per questo ognuno ha un'esperienza diversa: io ci ho provato con acqua e farina di segale, e dopo un paio di giorni ha iniziato a crescere (difficilmente sono cosi' fortunata).

Ci vuole solo un po' di pazienza e una ricetta di partenza, io ho scelto quella di The Kitchen Tube, ma ne esistono moltissime su svariati siti e forum di cucina e panificazione.
Per il pane, invece:

420 grammi di farina con almeno il 12% di proteine
210 ml di acqua (io la uso minerale)
180 grammi di lievito in coltura liquida rinfrescato da poco (io lo uso il giorno dopo il rinfresco, cosi' e' pienamente attivo)
1 cucchiaino di sale (io non lo uso, lo lascio sciapo)

Quello che faccio io e' versare il lievito in una ciotola, aggiungere l'acqua e la farina, iniziare a impastare con una spatola e, quando l'impasto comincia a prendere forma, lo rovescio sul piano di lavoro, continuando a impastare finche' non prende la giusta consistenza.

A questo punto lo copro e lo lascio riposare una ventina di minuti, lo reimpasto brevemente e lo sistemo in una ciotola leggermente unta, per non farlo attaccare durante la lievitazione.
Copro perfettamenta la ciotola per non far entrare aria e mantenere un ambiente umido e caldo, fino al raddoppio.

Passato questo tempo,  riprendo l'impasto, formo la pagnotta e la trasferisco in una ciotola di lievitazione (la mia e' tonda, ma ci sono forme ovali piu' o meno profonde).
Quando l'impasto avra' raggiunto il bordo della ciotola, accendo il forno alla temperatura massima.

Da quando ho scoperto la cottura in pentola, non l'ho piu' lasciata: il pane cuoce come se fosse in un forno a legna, con una crosta croccante e la mollica leggera e soffice.
Io faccio scaldare la pentola di ghisa nella fase di pre-riscaldamento del forno, poi la estraggo (con guanti, canovacci e armatura da fabbro) e ci ribalto la pagnotta.

Faccio cuocere 30 minuti con il coperchio e 30 senza, finche' il pane non sara' dorato e croccante come piace a me.
Si tratta di una procedura veloce e sicuramente non ortodossa, ma il risultato e' sempre un successo.

C'e' solo da buttarsi e provare, con fiducia e pazienza....

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